Il progetto ComESto permetterà ai cittadini di creare dei sistemi di accumulo di energia anche attraverso gli oli esausti
In quella che molti definiscono come la folle corsa dell’umanità verso un disastro climatico irreversibile, in cui si cerca di limitare le emissioni di gas serra, l’Unical sembra prepararsi alla svolta rinnovabile dell’energia. Addirittura, secondo i suoi protagonisti, si sta cercando di fare un balzo in avanti in più per rivoluzionare i sistemi energetici per poter consentire la decarbonizzazione del pianeta attraverso il pieno sfruttamento delle fonti rinnovabili. Il nome di questo nuovo progetto che esce dai cubi dell’Unical è ComESto, acronimo di “Community energy storage” che, portato avanti dal dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (Dimeg), è finanziato nell’ambito del Bando di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale del Pon 2015-2020 promosso dal Miur, per un importo ammissibile di circa dieci milioni di euro. ComESto, consentirà di implementare un sistema di accumulo distribuito attraverso vari elementi come il litio o l’idrogeno ma anche altri sistemi non convenzionali, come l’accumulo di energia nel sistema idropotabile pubblico o l’accumulo in termini di trasformazione degli oli esausti in biodiesel. Con ComESto, sarà possibile ai cittadini di raggrupparsi in una comunità energetica nella quale ogni utente della community può disporre di un sistema di accumulo. Nel progetto, spiegano dall’Unical, ad essere dotati di sistema di accumulo saranno anche i cittadini che non hanno presso la propria abitazione un impianto a fonte rinnovabile (ad esempio un impianto fotovoltaico) com’è appunto il caso di chi vive in città. Il sistema pensato in ComESto consentirà anche a questi ultimi di poter accumulare energia verde, prodotta altrove, anche lontano dalla propria abitazione, dagli impianti della Community a cui appartiene e distribuiti sull’intero territorio nazionale. Il sistema che verrà realizzato con il progetto ComESto sarà governato e gestito da un sistema basato su un modello denominato “Power Cloud”, nato da tempo dalle ricerche sviluppate presso l’Università della Calabria dal Gruppo di Sistemi Elettrici per l’Energia, per la creazione di vere comunità energetiche. Si offrirà, così, una sorta di “New Deal” per i consumatori così come auspicato dall’Unione europea e i cittadini diverranno soggetti attivi della rivoluzione energetica e da utenti passivi, ne diverranno gli attori principali Il progetto prevede in oltre che in Calabria, verrà sperimentato il primo prototipo di Community energy storage, attraverso un sistema di accumulo distribuito inserito in una Smart Grid i cui mattoni essenziali saranno le cosiddette nanogrid e i sistemi intelligenti di misurazione in tempo reale dei consumi (Real Time Smart Meter), i cui prototipi di base sono già tempo stati realizzati e in fase avanzata di sperimentazione, nei laboratori del Gruppo di Ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia dell’Unical. Grazie all’uso delle nanogrid, versioni evolute di un sistema ibrido capaci di gestire contemporaneamente più tipologie di sorgenti di generazione e sistemi di accumulo di differente tecnologia, nel progetto verrà quindi sviluppata una piattaforma hardware e software in modo da creare la Community energy storage in grado di gestire in maniera integrata lo storage distribuito, e quindi supportare a favore della Community le funzioni di trading dell’energia in ambiente Power Cloud ma anche la fornitura di servizi di dispacciamento alla rete di distribuzione in assetto Smart Grid, portando quindi in conto la gestione e la pianificazione intelligente delle reti di distribuzione che supportano tali scambi.
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